RECENSIONI

Il nemico delle formiche

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Un monologo che lascia senza respiro.«   Basler Zeitung

«Un libro che ferisce, intrattiene e non si lascia facilmente dimenticare.«   Rhein-Neckar Zeitung

«La storia drammatica di un bambino difficile, un libro che arriva diritto al cuore!«   Ingrid Noll

«Un libro meraviglioso.«   Katja Riemann

«Uno sguardo toccante nel cuore ferito dell’infanzia.«   Rheinpfalz Zeitung

«Direttamente dall’inferno della vita infantile!«   Mannheimer Morgen

»Il nemico delle formiche affronta il problema di un'infanzia rubata: è la storia di un bambino cresciuto senza padre, costretto a trasferirsi a casa di una nonna che non lo ama, e che inizia a maturare dentro di sé un odio nei confronti di tutti quelli che incontra e che lo circondano. In questo modo Stephan Valentin descrive "con parole semplici, crude e vere" l'universo infantile e le problematiche ad esso legate, rappresentando con molta attenzione come può nascere la collera e la violenza nei bambini. E lo fa in maniera impeccabile, arrivando a costruire un quadro realistico e per certi versi spaventoso di ciò a cui la mancanza di affetto o di una figura paterna può portare. L'esperienza di pediatra infantile dell'autore ha senza dubbio avuto un ruolo molto importante nel comprendere e descrivere la psicologia del protagonista, in questa storia che parla soprattutto di infelicità, insoddisfazione ed insicurezza. L'odio che il bambino si porta dentro si esprime sulle formiche che schiaccia e guarda morire, in quello che è un gesto semplice dietro cui si nascondono tanti problemi che in non riescono a uscire allo scoperto, se non con una sorta di inconsapevole richiesta di aiuto. E chissà se qualcuno sarà in grado di percepirla ed accoglierla, prima che sia troppo tardi.«   Barbara Leone / lettera.com


»L'infanzia non è tutta rose e fiori,  specie se vivi da solo con una mamma che ha un nuovo compagno che non ti aggrada neanche un po'  e da questa relazione sta per nascere un' indesiderata ( per te) nuova creatura. Soprattutto se la suddetta madre, in conseguenza del suo stato interessante, ti porta a vivere in campagna da una nonna con cui hai pessimi rapporti, che ti manifesta ad ogni occasione la sua scarsa stima e la sua mancanza di affetto nei tuoi confronti. Jonas , dieci anni, si trova in questa non entusiasmante situazione, con l'aggravante di vedersi negato ogni rapporto con il suo ( odiatissimo dagli altri componentio della famiglia) padre naturale.  Solo, abbandonato a  se stesso, s'inventa un nemico nelle formiche cui riserva spietati "attentati"  e che diventano il capro espiatorio delle sue divertite crudeltà di bambino sensibile e riflessivo abbandonato a se stesso dall'indifferenza e dall'egoismo degli adulti. Romanzo scritto con elegante crudezza, ritratto di un'infanzia incompresa che non ha voce,  ma che ha già anima ed intelletto per opporsi alla sua maniera alla frequente  arroganza  di un mondo, quello dei grandi,  da cui si sente non accettata, e pregiudizialmente.«
                                                                                                                          iltempodileggere.splinder.com



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