RECENSIONI

Vielfarben / Caleidoscopio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stephan Valentin sa vedere, ascoltare, immedesimarsi. Il giovane scrittore tedesco, già insignito di diversi riconoscimenti, è un minimalista della parola. A rendere suggestivi i suoi racconti è il non detto, ciò che vi si coglie fra le righe. Tema di fondo: la fragilità del quotidiano. Bambini maltrattati, un’amante abbandonata, il viaggio di una coppia di coniugi verso l’isola di Helgoland visto dal punto di osservazione di un marito frustrato. Nelle sue piccole miniature Stephan Valentin, di formazione psicologo e parigino d’adozione, ci mette sulle tracce delle emozioni: felicità, dolore, paura. Così, esattamente così, i personaggi dei suoi racconti sentono la vita in quel momento. Ma il più delle volte Stephan Valentin tace le ragioni di quella felicità, di quel dolore, di quella paura. Non ci sono antefatti né spiegazioni. Il mistero è l’arte di Stephan Valentin, il non detto è il fascino delle sue storie. A fine racconto, a mo’ di chiusa, ci imbattiamo spesso in una singola parola: “nonna”, per esempio. Come un’eco, un punto interrogativo. La curiosità di Stephan Valentin fa di lui un maestro dello sguardo infantile. Con i suoi occhi spalancati, il giovane scrittore seziona il mondo.   Frankfurter Rundschau  

 



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